L'odio online è un fenomeno molto complesso. Sui social le persone scrivono senza filtri, eccedendo in opinioni personali che non si sognerebbero mai di riferire di persona. Lo schermo diventa scudo e spersonalizza la vittima di turno rendendola un oggetto al di là della realtà, priva della sua umana fallibilità. Nell'esercizio della cattiveria online l'altro sparisce proprio in quanto altro, e diventa una sorta di rappresentazione della tanto temuta diversità che, come tale, va aggredita. Bisognerebbe ricordarsi continuamente che dall'altra parte dello schermo c'è un essere umano. Tale e quale a noi. La rabbia è di per sé un'emozione molto vivida alla quale, già in condizioni ordinarie, è difficile rinunciare; per questo motivo le persone si contagiano facilmente le une con le altre sommando alla propria la rabbia altrui e amplificandone portata e contenuti.